Istanbul

istanbulRisparmio da subito le informazioni sulla città, al limite leggete qui http://it.wikipedia.org/wiki/Istanbul.

Arrivare in città nei giorni in cui finisce il Ramadam, ha un sapore particolare, unico: una moltitudine di persone riversata nei dintorni della Moschea Blu che al tramonto dopo la preghiera, mangia in allegria. Una moltitudine di famiglie, tutte sedute su tappeti adagiati sull’erba del parco che divide ( o unisce?) la moschea dalla basilica di Santa Sofia. Gli uomini vestiti quasi tutti allo stesso modo, con camicia bianca o maglietta, scarpe nere lucide e pantaloni pure neri. Le donne portano abiti lunghi, moltissime indossano il trench anche se la temperatura è di 30 gradi. Sotto il trench portano coloratissimi indumenti, preferibilmente nei colori pastello, anche se non disdegnano colori molto vivaci. Diverse donne portano il burka, chi di cotone, chi in seta. Nella piazza arrivano numerosissimi carretti a due ruote spinti da più o meno giovani venditori; alcuni di loro si allontanano nascondendosi al suono della particolare sirena della polizia locale di passaggio di tanto in tanto: abusivi? Vendono fette di anguria, spremuta di melograno (non compratela che vi chiedono anche 10 lire e rimarrete con l’amaro in bocca…), panini, dolci, lecca-lecca artigianali, giochini vari per bambini.

basilica santa sofiaSanta Sofia

Vedere questo monumento mondiale dell’architettura vale da solo un viaggio ad Istanbul. Rimasto subito deluso dal grande chiasso dei visitatori, ho pensato a quante persone fossero entrate in questa basilica nel corso dei suoi 1500 anni di storia: cristiani dei primi secoli, pellegrini e crociati; poi per quasi 600 anni musulmani. Il pavimento in pietra è letteralmente scavato nelle corsie dove camminano le persone. Da 70 anni è un museo con ancora presenti i simboli delle due religioni. Dispiace però vedere che i mosaici delle volte -l’oro che lasciava a bocca aperta tutti i fedeli di passaggio- sono in alcune parti molto degradati. In città ci sono cantieri di restauro di edifici di non più di 200 anni finanziati dal governo, mentre il monumento più importante della città è un pò abbandonato a se stesso. Non vorrei che ci fosse un’intenzionalità in tutto questo: sono da sempre convinto che ogni paese dovrebbe conservare e valorizzare il proprio patrimonio artistico, indipendentemente dalle religioni o dalle simpatie politiche.

sarcofago museo archeologico istanbulSempre in tema di conservazione, una visita al museo archeologico è consigliata. Il museo è per fortuna in fase di restauro, con alcune sale allestite con canoni e metodi innovativi e già sperimentati in molte strutture simili. Le sale non ancora rinnovate e dedicate alle antiche civiltà, sono inguardabili: non per gli oggetti esposti, ma per l’esposizione! Nelle vetrine ci si specchia ed i bellissimi oggetti sono così…invisibili. Il piano/sala dedicato alla mitica città di Troia, è una minuziosa e dettagliata ricostruzione stratigrafica, basata sugli scavi iniziati 150 anni fa.

 

 

moschea blu istanbul
moschea blu istanbul

moschea blu istanbul

 

istanbul, bandiereBandiere turche e palestinesi addobbano la piazza nelle giornate della fine del Ramadam

 

 

 

venditore di angurie Una serata in un centro culturale per un’ora di danza dervishi

2 commenti

  1. enzo giuseppe cecchi

    Istanbul? però. non è ch eper caso ti piacci aviaggiare? ciao, belle le foto, mi piacerebbe sempre che tu scrivessi un pochino di più. ciao a te e a lei :-)

  2. grazie del suggerimento! proverò a scrivere un pochino di più…:)

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